Quando il Segretario del partito Salvatore Mangiacotti della sezione di San Giovanni Rotondo mi ha proposto la candidatura al Senato per il Partito Democratico ho avuto solo un attimo di esitazione prima di accettare. Ho pensato che la politica è un argomento controverso che accentra su di sé l'interesse di tutta la popolazione, anche di chi si dice disinteressato ma che non può fare a meno di rapportarsi ad essa, perché è parte integrante della società civile, è il contesto in cui vengono prese decisioni che riguardano il futuro della nostra società. Ultimamente non riconosciamo più un valore nobile e onorevole alla politica, per vari motivi che oramai tutti conosciamo.
Scegliere quindi di continuare ad impegnarmi in politica con la candidatura mi è sembrato l'approdo più giusto e coerente per il mio modo di propormi e confrontarmi quotidianamente con gli altri. Quindi ho accettato senza riserve spinto da due forze, solo apparentemente in contrasto fra loro: la forza della ragione e la forza del cuore. Con la prima , quella della ragione, non ho avuto alcuna difficoltà a collocarmi in questa area politica perché da anni ho militato in questo partito essendo stato anche ultimo segretario dei Democratici di Sinistra di San Giovanni Rotondo, perchè da sempre ne condivido le scelte, la linea e le battaglie a favore dei ceti più deboli, del bene comune, delle ragioni di pace e solidarietà.
Devo però aggiungere e sottolineare che nel mio caso, a sostenere la ragione c'è stata una forza molto più grande : la forza del cuore. Così difficile da definire e da comprendere, a volte inafferrabile, che mi ha spinto in modo quasi naturale ad impegnarmi nella politica di questa città per completare un percorso di conoscenza e di rispetto reciproco con la gente di San Giovanni Rotondo iniziato oltre 25 anni fa.
Da sempre, infatti, fin dal primo giorno in cui, appena dopo la laurea, ho preso servizio presso la Casa Sollievo della Sofferenza, non ho mai percepito quel senso di estraneità e di difficoltà che accompagna in genere le persone quando, abbandonando il proprio paese nativo, i familiari e le amicizie, si recano altrove per poter svolgere la propria professione, il proprio mestiere; mi sono subito sentito parte integrante di questa comunità, come se l'avessi conosciuta da sempre. Ne ho subito condiviso le gioie, le vittorie ed anche le sconfitte, non ho saputo restare da parte a guardare ciò che succedeva nella mia nuova città. Il senso di responsabilità civile mi ha spinto a partecipare, a condividere , a proporre.
E' così la mia, quella di questa candidatura, non è stata una scelta, ma una naturale forma di condivisione e di partecipazione, un gesto di amore per questa città che ha accolto me e la famiglia come parte di sé, è stato il naturale assenso ad un servizio che ci deve vedere partecipi.
Il voto che chiedo, non è un voto per me stesso, è un voto per la città e per la nostra terra, è un voto che deve far capire che noi ci siamo, è un voto che deve sorprendere chi ci crede dispersi, chi ci vuole assopiti. Il vostro, il nostro, sarà un voto di rivincita; sarà un rispondere all'appello della nostra terra, perché noi ci siamo, perché vogliamo fare sentire le nostre voci, vogliamo avere la possibilità di esprimere le nostre necessità, i nostri bisogni.
Votate per il nostro futuro , cari amiche e amici, votate come se sceglieste la persona a cui affidare i vostri figli, a cui lasciare la chiave della vostra casa, a cui poter dire liberamente hai sbagliato, hai torto. ….